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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020
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      DIRETTRICE E NARRATRICE Articolo Qualche giorno fa un giornalista mi chiamò, perchè dovevo presentare, per un magazine aziendale, un articolo che parlasse di me. Mi disse: “Ho davvero delle difficoltà a descriverti”. Ed io: “Beh, dov’è la difficoltà?”. E lui: “Ti ho sentita parlare e ti chiamerei direttrice, ma credo che chiamandoti così, nessuno lo leggerebbe. Perchè penserebbero che sei noiosa ed irrilevante”. Ed aggiunse : “Ma la cosa che mi è piaciuta del tuo discorso è che sei una narratrice. Per cui quello che farò sarà chiamarti narratrice”.  E naturalmente quella parte di me manageriale e professionale pensava :”Come mi chiamerai?” E lui ribadì: “Ti chiamerò narratrice”. Io allora: “Perché non mi chiami folletto? Aspetta, lasciami riflettere un attimo”. Così ho provato a fare un profondo appello al mio coraggio ed ho realizzato, “io sono una narratrice”. Sono una direttrice qualitativa. Colleziono storie; questo è ciò che faccio. Forse le storie sono semplicemente dei dat

Il libro: "D'Amore non si muore"

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   NOVITA'             IL LIBRO DEL BLOG      : "D'Amore non si muore"          Storia di pensieri concentrati in uno stato d’animo assorto che viaggiano attraverso un’assenza del mondo circostante per giungere alla serenità ricercata.       CLICCA QUI   PER ACQUISTARE IL LIBRO IN VERSIONE CARTACEA  È una raccolta di pensieri e poesie in prosa, un percorso interiore. Un viaggio, necessario, attraverso il quale raggiungere l’evoluzione e la trasformazione del dolore. La raccolta si riferisce al 2012, subito dopo la morte di mio padre, avvenuta l’otto di Aprile. Quel giorno era domenica, il giorno di Pasqua.   La scrittura mi è servita come sfogo, come rifugio e come giustificazione al dolore. Ero molto legata a lui e la sua scomparsa improvvisa, ha creato in me un turbinio di emozioni che sono riuscita ad esprimere buttandole di getto nei giorni seguenti su un pezzo di carta. È bello utilizzare questo modo di dire: buttarli giù su un pezzo di carta. Io, mia mamma e mia

"Credo non ci sia nulla di più artistico che amare la gente"

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Galleria Ho scelto di pubblicare per primi questi tre quadri perchè risalgono al periodo in cui ha preso vita il libro "D'amore non si muore", infatti i sentimenti, le emozioni e lo stile di allora andavano di pari passo sia nella scrittura che nella pittura.  Rivivere ciò che è passato guardandolo da un'altra prospettiva e con una nuova consapevolezza, aiuta a conoscerti meglio e allarga i tuoi orizzonti. Germania 2012, acrilico su tela - "I love u" -  (19 x 14 cm) -  (Giuliana Barretta) Parco di Cavalese 2012, acrilico su tela - "Bambina in bicicletta" -  (30 x 20 cm) -  (Giuliana Barretta) Veronza 2012,  acrilico su tela - "La vecchia stanca" -  (30 x 20 cm) -  (Giuliana Barretta)  

Viaggiare per perdersi... E POI RITROVARSI!

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  Viaggiare per perdersi...   E POI RITROVARSI!   Articolo Come è cambiato il nostro modo di viaggiare nell’epoca di internet? Sulla base dei consigli e delle recensioni di chi c’è stato prima di noi, è più facile definire il nostro itinerario, scegliere dove alloggiare, mangiare e cosa visitare. L’importante è non programmare troppo: sono gli imprevisti che rendono unica una vacanza.  Era sera, il buio stava calando e noi stavamo ancora camminando lungo quel sentiero sconosciuto. Sentivo in lontananza dei cani che abbaiavano inferociti e qualche goccia di pioggia bagnarmi il viso. Il silenzio tra noi era più rumoroso dei tuoni che sentivamo in lontananza, mentre io, mia mamma e mio fratello, con gli zaini in spalla, acceleravamo il passo pur avendo 32 km di cammino alle spalle. Cercavamo, senza certezza di trovarlo, un ostello o qualunque altro alloggio dove riposare e rifocillarci. In quel momento (se solo avessi potuto immaginare il futuro) avrei maledetto sir Timothy Berners-Lee

Kinny Sport Club UN PALCOSCENICO VIVO!

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        Kinny Sport Club:   UN PALCOSCENICO VIVO!    Articolo “Chi ama la montagna la conosce e la rispetta. Chi impara a conoscerla e rispettarla... l’amerà per sempre”.  Questa frase, fin dalla prima volta che mi è stata detta, mi è rimasta impressa per la sua bellezza e veridicità. E nel tempo si è rivelata anche particolarmente utile. Ora vi spiego perché...  Un giorno Ilaria Dalle Nogare, direttrice responsabile del gruppo Dolomiti Clubres, mi chiese di creare un prodotto che rendesse il Veronza unico nel suo campo, che lo differenziasse dal resto dell’offerta in Valle. Quando sono salita a bordo di questa nave, come direttrice, avevo già smussato alcuni angoli del mio carattere, mi mancava però l’esperienza: avevo appena compiuto 30 anni e avevo bisogno di un sostegno per affrontare questa nuova avventura.  Non lo sapevo ancora e mi ci volle un po’ di tempo per capirlo, ma la soluzione alla sfida che mi era stata lanciata stava proprio nella frase che spesso mi ronzava in men

L’emozione in un click

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  L’emozione in un click  Articolo Le fotocamere non fanno foto, le persone sì!, ama ripetere Gabriel Rifilato, fotografo professionista romano che collabora con il Centro Vacanze Veronza ormai da tre anni. Rappresentare la realtà attraverso le immagini è una capacità che già esiste in noi e che attende semplicemente di essere liberata. Perché imparare a fotografare è qualcosa di più che acquisire una tecnica. È prima di tutto imparare a vedere la realtà in quel modo particolare che è proprio dell’artista e dei bambini.  “La fotografia aiuta a vedere quello che gli altri guardano e a scoprire quello che è di altro la realtà, al di là di quello che è”, sostiene Rifilato.  Attraverso la fotografia, per la quale noi da alcuni anni abbiamo particolare simpatia e attenzione, invitiamo i nostri ospiti a ricordare e raccontare un’emozione.  Parola che deriva dal latino emovère, cioè “muovere fuori, muovere da”. Si lega alla sensazione di venire mossi da ciò che si prova e che sembra prove

L’altra faccia della Matematica

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  L’altra faccia della Matematica   Articolo “ Un giorno mi accadde di emozionarmi. Allora cercai di imprimere nella mia mente quel momento il più possibile. Pensai di dover fare qualcosa che me lo ricordasse un domani, quando avrei avuto voglia di emozionarmi ancora in quel modo. A differenza di tutte le persone attorno a me che battevano le mani, io le intrecciai e le strinsi forte, me le portai congiunte alla bocca e le baciai. Da allora quel rito lo utilizzai ogni volta che ne avevo bisogno, ma con parsimonia, con troppa parsimonia in effetti, fino a quando me ne dimenticai.”  Scusatemi bambini, se ho cominciato questo articolo rivolgendomi agli adulti. Ma avevo almeno cinque buone ragioni per farlo: la prima è che dovevo dare un’idea di serietà e di professionalità affinché mi prendessero sul serio (noi adulti siamo così, scusateci). La seconda è che voglio raccontare una storia che parte proprio da quel momento che ho appena descritto ed il finale (per gli adulti) non sarebbe co

Sua Maestà l’Emozione

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  Sua Maestà l’Emozione   Articolo Cari Amici, non posso nascondere che essere Direttore di una struttura ricettiva è un lavoro duro. Molte ore di lavoro, il sabato e la domenica, le feste, i compleanni, le ricorrenze. Agosto! Capodanno! Pasqua! Un lavoro da escludere se si vogliono trascorrere questi momenti con la famiglia. Ma lo sforzo e il sacrificio vengono premiati quando un uomo, una donna o un bambino che lascia la struttura che dirigi , dopo il loro soggiorno in vacanza, si dimostrano soddisfatti della loro permanenza , o quando i nostri ospiti decidono di spedire una lettera o una cartolina di ringraziamento o un semplice saluto. O, ancora meglio... quando al loro arrivo ti portano le delizie caratteristiche della loro terra, ricordandoti così i viaggi che tu stessa hai fatto in passato nelle loro terre, le tue vacanze e le tue esperienze passate, quei momenti che restano indelebili nel cassetto della tua memoria. Ti fanno riassaporare i sapori tipici di quei luoghi, rievoca