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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

"Che cos'è che determina se ci sentiamo bene o no? Se siamo felici o meno?"

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Rimini 2020, acrilico su tela - "Il Maestro e l'Allievo"  (80 x 160 cm) - (Giuliana Barretta - g.) Galleria Il Maestro insegna all'allievo che la felicità è essere coerenti con se stessi.  Da una parte abbiamo l'idea di come vogliamo sia la nostra vita e di come secondo noi dovrebbe essere, dall'altra parte abbiamo le condizioni in cui ci troviamo. Se l'idea che abbiamo su come dovrebbe essere è uguale o perlomeno vicina alle condizioni che viviamo,  allora siamo contenti. Se l'ideale di vita, il modello che usiamo in testa e che ci dice come dovrebbe essere la vita per noi, non combacia con le nostre attuali condizioni, allora non siamo felici. Il volto dell'allievo nel riquadro rosso (quello sulla parte sinistra del quadro) rappresenta le sue attuali condizioni. L'immagine grigia (sull'estrema sinistra) è l'ideale di vita, la mappa, il modello che usiamo in testa. Quello con il quale l'allievo vuole essere coerente. Il Maestro inv

"In ogni caso la felicità è sempre dietro l'angolo"

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  Rimini 2018, acrilico su legno - "La Regina" (1,35 x 33 cm)- (Giuliana Barretta - g.)   Galleria 22 gennaio 2014 In ogni caso la felicità è sempre dietro l'angolo: la felicità arriva all'improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata. E' imprevedibile come lo sono le onde e il tempo.  I miracoli sono sempre in attesa, senza far distinzione per nessuno. (Banana Yoshimoto) Questo è stato il tuo ultimo post, poi basta.  "Uno Maya" ha smesso di scrivere. Non avevo mai capito veramente cosa provocasse nell'artista la musa ispiratrice. Oggi lo so!  

"I confini fuori e dentro di noi"

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  Rimini 2020, acrilico su tela - "L'autunno" (50 x 140 cm) - (Giuliana Barretta - g.)   Galleria Questa volta riporto il commento di un amico. E già, perchè è affascinante per me ascoltare le diverse interpretazioni, che il più delle volte si scostano dalla mia.  Io solitamente osservo il quadro, mi fisso su un punto e mi immergo in esso quasi a far diventare l'intero dipinto tridimensionale, e da li parto. Il più delle volte trovo immagini, visi o paesaggi ai quali nemmeno avevo pensato disegnando.  Dipingere, per me, è riportare e trasmettere emozioni, stati d'animo e immagini registrate anche inconsciamente dentro di noi. " L'ampio respiro di una visione bucolica probabilmente al confine tra montagna e mare, tenuta insieme dalla strada bianca che spazia orizzontalmente tra gli estremi unendoli in un tutt'uno.  In contrapposizione con i tratti artificialmente neri che confinano settori dell'insieme. Come a indicare le limitazioni che esistono s

"Occorre che io accetti che sia il pavimento, cioè il punto dove loro si possano appoggiare"

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Manila 2015, acrilico su tela - "Il miracolo della natività" -  (100 x 80 cm) -  (Giuliana Barretta - g.)   Galleria "Occorre che io accetti che sia il pavimento, cioè il punto dove loro si possano appoggiare", Questa frase ha ispirato questo dipinto. I genitori, nonostante la loro natura umana, sono il punto di riferimento dei propri figli, sono  il porto dove loro possono attraccare ogni volta che lo desiderano . Non voglio andare oltre...  ora puoi interpretare il dipinto a modo tuo e trarre "le emozioni" che sente il tuo cuore. Lasciati andare...

"Il cambiamento sta alla base dell'evoluzione"

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Galleria Questo quadro, composto da 4 tele, risale all'ultimo periodo. Come in tutte le cose il cambiamento sta alla base dell'evoluzione. Per questo ho deciso di pubblicare, dopo i primi, questo dipinto creato quest'anno. Perchè segna un cambiamento maturato gradualmente nel tempo non solo dal punto di vista cronologico ma anche emozionale, seppur lo stile resta comunque riconoscibile.   La consapevolezza invece cambia! Baipassare la ragione e collegare direttamente l'inconscio alla pratica   e con essa il coraggio e la spregiudicatezza di condivisione. Grazie anche a questa evoluzione ho avuto il "coraggio" di superare alcune paure (o paranoie, chiamiamole come vogliamo) e rendere pubblico il libro "D'amore non si muore". Alle volte ci impiego una settimana, un mese, un anno, anche di più a creare qualcosa che mi soddisfi. Altre volte invece mi basta una serata, poche ore, come in questo caso... quando:  "BAIPASSO LA RAGIONE E COLLEGO DIRE