Il libro: "D'Amore non si muore"

 


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 IL LIBRO DEL BLOG    : "D'Amore non si muore"        

Storia di pensieri concentrati in uno stato d’animo assorto che viaggiano attraverso un’assenza del mondo circostante per giungere alla serenità ricercata.





   

 

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È una raccolta di pensieri e poesie in prosa, un percorso interiore. Un viaggio, necessario, attraverso il quale raggiungere l’evoluzione e la trasformazione del dolore.

La raccolta si riferisce al 2012, subito dopo la morte di mio padre, avvenuta l’otto di Aprile. Quel giorno era domenica, il giorno di Pasqua.  La scrittura mi è servita come sfogo, come rifugio e come giustificazione al dolore. Ero molto legata a lui e la sua scomparsa improvvisa, ha creato in me un turbinio di emozioni che sono riuscita ad esprimere buttandole di getto nei giorni seguenti su un pezzo di carta. È bello utilizzare questo modo di dire: buttarli giù su un pezzo di carta.

Io, mia mamma e mia figlia che allora aveva tre anni, in preda allo smarrimento, due settimane dopo la morte siamo partite per un viaggio in Germania, dove lavorava mio fratello, alla ricerca di evasione. 

In quei giorni ha preso forma questo libro.  Con mia figlia Michi, che mio padre chiamava Cookie, aveva un bellissimo rapporto. È stata la prima persona che l’ha presa in braccio quando è nata. Era la prima ed unica nipotina. Il giorno di Pasqua l’ho salutato inconsapevole che non lo avrei più rivisto. Ricordo le sue ultime parole già sistemato e legato nella barella che lo avrebbe portato sull’elicottero con le eliche già in movimento diretto da Cavalese verso l’ospedale di Trento. 

Quelle parole furono: “Dai un abbraccione alla Cookie”  Era un professore molto stimato di matematica alle scuole medie, lo chiamavano “il Prof”. 

Ricordo le tante richieste delle mamme e dei papà dei ragazzi di quinta elementare che chiedevano a fine anno scolastico di poter essere inseriti nella sua sezione. 

Spero ognuno possa prendere spunto e continuare a sperare, trasformare e soprattutto vivere la propria vita al meglio accettando “quella cosa” che fa molta paura a tutti: la morte.



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Commenti

  1. Non sono un critico letterario ma ho letto d’un fiato il tuo libro e mi è dispiaciuto finirlo.
    Hai descritto in maniera vivida l’evoluzione del dolore in consapevolezza: lasciamo legami di carne ma custodiamo tutta l’anima e l’amore che ci hanno nutriti.
    Grazie Giuliana!

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